




L’olio su tavola che presentiamo può essere ascrivibile, per la tecnica e l’acribia nel dettaglio – fattori che lo differenziano da similari soggetti di scuola italiana e francese – alla bottega del fiammingo David Teniers il Giovane (Anversa 1610- Bruxelles 1690).
Appartenente ad una nota famiglia di pittori, la sua formazione avvenuta presso l’atelier del padre, il celebre Teniers il Vecchio, gli permise di operare quella sintesi tra la maniera di Adam Elsheimer e quella del grande Rubens, di cui reca mirabili ed evidenti tracce la nostra tavola.
Se del pittore e disegnatore di Francoforte Elsheimer, Teniersrisulta tributario per il costante rapporto della figura umana con il paesaggio, contraddistinto da alberi tondeggianti che si riflettono nelle nubi nonché per il consapevole impiego della luce quale elemento psicologico unificante dall’intrinseco e preciso valore psicologico (“Paesaggio” della Galleria Nazionale di Praga), una qualche suggestione della lezione di Francoforte è altresì rintracciabile nel modo di raffigurare ovini e bovini, che ricorda Philip Peter Roos, altrimenti noto come Rosa da Tivoli.
Alla densa mappa di modelli paesaggistici ai quali attinge Teniersil giovane (nonostante i soggetti da lui prediletti siano soggetti bizzarri, in piena continuità con gli autorevoli modelli di Brueghele Bosch, streghe e alchimisti, troviamo altresì paesaggi animati pervasi da un forte significato esoterico come il capolavoro noto come “Le tentazioni di sant’Antonio” del Prado di Madrid) si aggiungono le suggestioni di Lucas van Valckenborch e Gillis van Coninxloo (antesignano di quel paesaggio animato a soggetto storico, mitologico o religioso, di cui Teniers farà tesoro nel paesaggio animato sacro “I santi Antonio e Paolo eremita”)nonché una certa prossimità alle “figurine” di Frans Francken II (si noti ad esempio, nella nostra tela, il soggetto inginocchiato).
Tuttavia la lezione di cui la presente tavola reca maggiormente traccia è proprio quella del grande Rubens (si confronti, ad esempio, la nostra opera con il “paesaggio con arcobaleno” della Wallace Collection di Londra o ancora con la rubensiana “Fattoria a Laken” o il “paesaggio con mucche e fiori selvatici”), quel genio di Anversa che nell’ultima parte della sua vita mostra di prediligere i paesaggi e dipinge la vita quotidiana in campagna: eloquente è il caso del suo “Figlio prodigo” in cui l’aspetto religioso passa in secondo piano rispetto all’attenzione che Rubens dedica alla stalla, agli animali ed al paesaggio notturno.
Nel complesso la nostra tavola non fa che documentare tutta la complessa esperienza di un artista che fu pittore di corte nonché direttore delle collezioni dell’arciduca Guglielmo d’Austria (raccolta che divenne il principale nucleo del KunsthistorischesMuseum) segnalandosi come una delle personalità più versatili del barocco fiammingo.
Misure : L 78,5 X 63
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